SCACCHIERA E BANG.

Parte sesta
Gli anni dei contesti e dei palinsesti: 1978-87

26.

DELLE TESSITURE

L’anno 1983 è fondamentale per molteplici motivi, probabilmente il principale è dato dalla presenza e il debutto originale di Zaha Hadid nel mondo dell’architettura.

Zaha Hadid, una delle persone simbolo dell’architettura e del Novecento in generale. Architetto e designer irachena naturalizzata britannica, formatasi all’Architectural Association durante gli anni ‘70.
Ancora ragazza realizza dei dipinti con principio fondamentale il concetto di tessitura; i suoi quadri esprimono ciò che per lei era architettura. Si focalizza sul paesaggio, sul campo, sul contesto che sono anch’essi architettura. Il pensiero finale è l’affermazione: il contesto è architettura e paesaggio allo stesso tempo.
Grazie alle sue origini grafiche e pittoriche Hadid scopre il lavoro di Paul Klee e ne deduce che quello che il pittore aveva dipinto già negli anni ‘20 non era altro che un’ipotesi di architettura e non solo rappresentazione grafica di un qualcosa. Per il pittore la struttura è un tutt’uno, le strutture sono unite, non c’è nulla che si separi dal resto.
Da qui iniziano gli studi grafici dell’Hadid ragazza; delinea una sua personale interpretazione su ciò che secondo lei possa significare il concetto di contesto.

Ciò che secondo lei struttura il pensiero è appunto quello che si esprimere attraverso il disegno e la pittura. Quest’ultima in particolare modo da luogo a spazi mentali che possono avere relazioni tra di loro o anche solo alcune parti di essi. Questo è l’avviamento di un qualcosa che poi potrà effettivamente trasformarsi in concreto, nel mondo reale.

Ci si ricollega all’anno 1983, dove l’architetto riesce a mettere in pratica questo suo pensiero.

Il primo progetto simbolo è un grande complesso residenziale a Hong Kong, The Peak, dove per la prima volta Hadid affronta il tema del contesto con un nuovo rapporto tra architettura e suolo; entrambi appartengono “alla stessa logica formativa”, come affermava lei stessa, fatti dagli stessi materiali e intrecci che non possono essere distinguibili separatamente. C’è un continuo slittamento dei piani, si fondono e si confondono, tutto si modella sinergicamente, non esiste più una diversificazione tra costruito e no, tutto è connesso, tutto è tessitura.
Gli intrecci per l’architetto sono layer che sono sempre in movimento, continuano senza interruzioni andando a formare poi quelle che sono le sue texture pittoriche.
L’architettura che ne scaturisce è nuova: un insieme di paesaggio, natura e costruito.
Tutto questo è anche scaturito dal fatto che effettivamente, quello cui ci si ritrova davanti è un ambiente ormai non più completamente libero ma che è divenuto, purtroppo, limitato.

La seconda opera è la fabbrica Vitra, a Weil am Rhein, in Germania, realizzata nei primi anni ‘90. Realizzato dopo il grande incendio del 1981, per la necessità di disporre un servizio di stazione dei vigili del fuoco.
È il perfetto esempio di tessitura di intrecci e infrastruttura in una maniera che non si era mai vista prima. Sono tessiture che non fanno più parte di un ambiente puramente ingegneristico ma entrano effettivamente nel campo architettonico. Edificio ibrido fra infrastruttura paesaggistica ed edificio fisico.
Punto fondamentale per Hadid è il dinamismo delle cose, forze veloci e proprie delle strutture; si concentra sulle infrastrutture che sino ad allora nessuno aveva effettivamente guardato con occhi di architetto, come ad esempio ponti, autostrade e ferrovie. Qui, si portano avanti i concetti che già si erano accennati nell’83 con il progetto di The Peak.
Si parla di un’architettura dinamica e che è paesaggio, rappresenta la velocità di quest’ultimo che viene assorbito nell’idea di infrastruttura. Tramuta il tutto nell’urbano, non è più un concetto isolato.

 

31. Espressioni digitali – Paesaggi informatici

Ricollegato a questo c’è il progetto residenziale per l’IBA di Berlino, costruito a cavallo degli anni ‘90, dove c’è un ragionamento sul rapporto effettivo tra edificio e città. Realizza così un landmark che da una nuova interpretazione al luogo. Una struttura bassa per quanto riguarda le case a schiera che sono percorsa da un portico commerciale che affaccia sulla strada e un capovolgimento per quanto riguarda l’angolo, dove pone una struttura che si impenna, dando un’energia completamente diversa alla città, come ad enfatizzare quel determinato punto che va a rompere, per così dire, la monotonia della città che si trova ai suoi piedi.

Altra opera molto interessante è il Centro BMW, costruito tra il 2001 e il 2005, a Lipsia, in Germania. L’edificio è completamente calato nel cuore del processo di fabbrica delle automobili, tra carrozzeria, verniciatura e assemblaggio, attraversato dai binari della catena di montaggio. Grazie ad un sistema di terrazzamenti si ha una completa organizzazione degli ambienti e delle funzionalità, dall’amministrazione ai nastri trasportatori che vanno da una parte all’altra dell’edificio. La struttura entra a far parte del paesaggio abitato e diviene un punto di riferimento della collettività. Quella che inizialmente era una fabbrica diviene il cuore pulsante del nuovo rapporto tra pubblico e lavoratori.
Qui, inoltre, la Hadid affronta anche le nozioni di tecniche digitali per le ideazioni che possono scaturire dal proprio lavoro. Qui la ricerca è ovviamente ancora più forte di quella attuale perché si andava alla ricerca di un qualcosa di estremamente nuovo e complesso, come il paesaggio informatico che ha una forte relazione con la simulazione della scienza contemporanea.

SCACCHIERA

BANG




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