COMPAGNI DI STRADA

I° PROGETTO

Il Te Ara Ātea apre un nuovo concetto di Biblioteca. Progettato e costruito per essere il nuovo punto di riferimento della città di Rolleston, in Nuova Zelanda. Non solo si ha la concezione di un rapporto armonioso tra cultura e futuro, infatti la traduzione testuale del suo nome è “via libera verso il mondo e oltre”, ma ha anche intrinseco dentro di sé la conoscenza che il centro può regalare alla comunità e viceversa. 
Nato sulle sponde di un fiume, ricorda al suo interno gli intrecci naturali che si possono riscontrare passeggiando al di fuori della struttura, sarà il punto chiave di tutto il progetto. 
La persona che entra nell’edificio si troverà di fronte ad una narrazione multifunzionale e multistrato, scoprendo a mano a mano che ci si addentra parti di esso. Questo porta ad una ricchezza interiore per far sì che la scoperta non sia solo di natura culturale ma anche che sia un gioco, per tutte le età e tutte le tipologie di persone. 
Oltre a spazi dedicati alla lettura, al gioco e a delle piccole esposizioni, si può trovare inoltre un’area dedicata alla ricerca riflessiva che sarà all’apice dell’acquisizione culturale della narrativa espressa. 
La struttura funge da tela bianca su cui tutti possono lavorare e il senso di comunità che crea, da risultato ad una performance perfettamente flessibile.


fonti: 1 - 2


II° PROGETTO

Su un sito difficilmente malleabile, nasce Platform-L, un luogo per la scoperta e la condivisione di arti creative e contenuti culturali. 
Il lotto presentava una forma geometrica pressoché irregolare, un trapezio per meglio dire, circondato su tre lati da strade e con una restrizione di costruzione che non doveva superare il 60% del totale. 
L’ispirazione è data da Luigi XIV, Re Sole, che con la sua accuratezza nei dettagli e la passione della moda e delle geometrie ha potuto far creare una struttura che utilizzi la potenza e la grandiosità dei Giardini di Versailles con modello che si potesse applicare sul contesto culturale coreano. La facciata ne è la dimostrazione: interpreta la nozione di autorità assoluta rispetto alle costruzioni limitrofe, quasi completamente residenziali, con una pelle di lamelle intrecciate che si sovrappone, separando esterno ed interno. 
Si doveva creare un nuovo punto di riferimento, una nuova piattaforma culturale a Gangnam, il progetto mira proprio a riqualificare il quartiere non più solo come residenziale di alto livello, bisognava superare il limite posto dal quartiere stesso e farlo riscattare sotto il punto di vista culturale, molto debole fino a quel tempo. 
La forma dell’intera struttura e la piattaforma della corte interna richiamano l’architettura degli hanok (한옥), edifici tradizionali coreani. 



fonti: 1 - 2 - 3


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